Mercato delle Gaite 2017, intervento del Sindaco al banchetto medievale del 10 Giugno

Bevagna ed il Mercato delle Gaite è un binomio lungo 28 anni

Mercato delle Gaite 2017, intervento del Sindaco al banchetto medievale del 10 Giugno

Mercato delle Gaite 2017, intervento del Sindaco al banchetto medievale del 10 Giugno

Buonasera a tutti
Voglio iniziare con un saluto ed un ringraziamento a tutte le autorità religiose, politiche e militari presenti, a tutti i partecipanti, ai volontari dell’Ente Mercato delle Gaite, ai volontari delle 4 Gaite, al Podestà, ai consoli, nonché vicepresidenti dell’Ente, allo staff della segreteria e a tutti coloro che collaborano per la buona riuscita della manifestazione.

Un ringraziamento alla Gaita Santa Maria che quest’anno allestisce il banchetto medievale, al responsabile scientifico, dott. Franco Franceschi, al cerimoniere, dott. Alfredo Properzi, a tutto il paese che si mobilita e dà vita alla grande invenzione del Mercato delle Gaite.

I miei cittadini sono davvero coraggiosi. Fino a 30 anni fa Bevagna era sconosciuta ai più nonostante abbia una gloriosa storia antica. I suoi abitanti, mio padre fra tutti, hanno realizzato una festa, nata dalla Sagra della porchetta, frutto del lavoro di quasi tutti i cittadini, che come volontari hanno letto e studiato lo statuto della città, che è diventato la nostra guida, hanno riproposto le tradizioni del paese, gli antichi mestieri, la nostra storia, realizzando con un’ intuizione straordinaria una rievocazione storica molto fedele, il Mercato delle Gaite, che l’ha resa famosa in Italia e all’estero. Il primo Podestà, Angelo Falsacappa, ha compreso l’importanza di un Comitato Scientifico per far crescere qualitativamente la festa.

Nei primi anni la motivazione è stata forte e si sono raggiunti traguardi inaspettati a partire dalla Costituzione dell’Ente e del primo statuto il 26 aprile del 1989: si sono organizzate conferenze, corsi di formazione professionali, si sono proposte scene di vita medievale, realizzate dai laboratori di canto, ballo, musica medievali e di recitazione. E’ stata una fucina viva, formata soprattutto da giovani che hanno dimostrato una grande passione e da adulti che li hanno saputi guidare. La festa non ha avuto aggiustamenti particolari in corso d’opera, in quanto si è puntato fin da subito ad una ricostruzione filologicamente perfetta, partendo dall’antico statuto locale, che dà indicazioni sulle magistrature, sulla presenza dei consoli, sulle attività artigianali, sull’alimentazione, sul commercio… E lo statuto è diventato la nostra guida.

Abbiamo lavorato sodo, abbiamo imparato gli antichi mestieri artigianali, sappiamo produrre con le antiche tecniche la corda, il cuoio, le candele, il ferro, il vetro, la canapa, la seta e molto altro ancora, conosciamo i giochi antichi, sappiamo costruire gli antichi arnesi che usiamo per ottenere i prodotti con gli strumenti e le tecniche passate, sappiamo cucinare piatti medievali e riproporre gli antichi gusti.

Tutto questo i miei concittadini lo sanno spiegare, realizzare davanti ai turisti stupiti; raccontano ai visitatori la cardatura, la tessitura, le fasi dell’allevamento del baco da seta, la forgiatura del ferro, la tintura, la realizzazione dei fogli di carta bambagina, della pergamena, degli alambicchi, tra l’ammirazione incondizionata dei visitatori.

E poi c’è l’ambiente in cui è calata la festa, il territorio ed il paese, in cui basta poco, senza grandi modifiche ed è in grado di riprestarsi al Medioevo, con la sua piazza perfettamente in epoca con il periodo scelto, 1250-1350, in cui i cantieri erano aperti ed il Beato Giacomo Bianconi sovrintendeva la bella riuscita della chiesa dei domenicani, mentre le Chiese di San Silvestro e di San Michele erano appena state ultimate. Passando da qui, l’Imperatore Enrico VI ha lasciato il suo imprimatur sulla facciata di San Silvestro a ricordo della sua visita. All’epoca il palazzo dei consoli era il luogo in cui si esercitava il potere politico, circondato da ben tre chiese, che esprimevano il potere religioso, tra loro in forte contrasto nel medioevo.

Con il Mercato delle Gaite si ripropone quest’epoca lontana, in un paese, Bevagna, che apre le sue antiche porte, sancendo la pace di fiera, accogliendo i mercanti provenienti da altre città, offrendo i prodotti del contado e i prodotti del proprio artigianato.

Da qui un’intuizione, che ha reso singolare la nostra festa e cioè riproporre gli antichi mestieri a partire dal prodotto grezzo, dalla materia prima fino al prodotto da porre sul banco per la vendita, sapendolo realizzare adottando le antiche tecniche e spiegandone il procedimento.

Bevagna ed il Mercato delle Gaite è un binomio lungo 28 anni, che ha visto i suoi abitanti imparare i mestieri antichi, riscoprendone le tecniche, le modalità, i tempi lenti, il lavoro duro, sapendo apprezzare attività ormai preziose perché rare. Il Mercato delle Gaite ha aggregato, creato amicizie, fatto esplodere contrasti, insegnato a giocare, vestendo abiti da popolano, artigiano, console, ha insegnato a capire un’epoca, ad interpretare Boccaccio, a leggere Dante, a cantare canti gregoriani, a suonare gli antichi strumenti, come fanno oggi magistralmente i nostri giovani, a costruire i telai, il torcitoio, a miniare le pagine, a tinteggiare le tele, a coniare le monete, a realizzare gli alambicchi, a ricostruire coppi e mattoni, a realizzare le campane, a forgiare il ferro, costruire le armature, le armi, gli archi… Oggi i bevanati sanno fare tutto questo con passione e lo raccontano ai visitatori incantati dalla padronanza degli argomenti, dovuta alla conoscenza delle tecniche che usano da anni. La gente di Bevagna, che custodisce i segreti dell’artigianato, ha una potenzialità unica e ha messo in contatto se stessa con la propria storia. La tradizione coniugata al presente è la carta vincente per questo paese capace di far assaporare al turista la sua profonda cultura, offrendola con leggerezza, attraverso la festa.

Tutto questo per l’Amministrazione Comunale è una grande ricchezza nel nostro tempo d’immiserimento culturale ed economico. In una parola Bevagna non langue, piuttosto è alla ricerca della strada per farsi apprezzare ancora di più, conoscere in questa ricca varietà dell’offerta. Ad oggi comunque la crescita culturale inevitabilmente ha comportato anche uno sviluppo economico ed una crescita ricettiva praticamente inesistente fino a qualche decennio fa. Bevagna è diventato uno dei paesi più visitati della valle del perugino, con un’alta percentuale di turismo attratto anche dal paesaggio, dai prodotti enogastronomici, dalla ricchezza artistica e culturale, che offre il paese. E’ anche meta di un turismo didattico in quanto gli antichi mestieri sono visitabili durante tutto l’anno in particolare dalle scolaresche, che ammirano le fasi lavorative, le antiche tecniche e la realizzazione dei prodotti finiti.

Il Mercato delle Gaite ci ha fatto conoscere fuori dai confini regionali e nazionali, è stata la molla culturale che ha modificato il paese, rendendolo turistico. Il Dott. Paolo Baronti ad ottobre 2016 per il progetto “Dai Borghi più belli ai Borghi più vivi” invita a replicare l’ esperienza di Bevagna, che, facendo leva esclusivamente sulla sua tradizione storica e culturale, ha creato flussi economici significativi, dal turismo scolastico, a quello storico ed enogastronomico. Riconosce al Mercato delle Gaite di produrre un afflusso ogni anno crescente di visitatori per la rigorosa rievocazione della manifestazione storica, per la scoperta di antichi mestieri medievali, per la scoperta di tecniche e strumenti di lavoro all’interno di suggestive botteghe medievali. I bevanati, prima di Lisbona 2000, (…) attuano un evento filologicamente rispondente alle reali tradizioni della città.

E’ di pochi giorni fa la recensione di Lonely Planet, una voce autorevole, che così presenta la manifestazione: Non una rievocazione medievale qualunque, bensì la più importante e attendibile nel panorama europeo, come hanno stabilito gli esperti. La festa delle Gaite dura dieci giorni e è storica, anche perché ormai ha più di un quarto di secolo. L’evento combina offerta turistica, ricostruzione filologica e l’immancabile esperienza enogastronomica, garantendo un’esperienza interessante anche a chi non è appassionato di questo tipo di iniziative. Oggetti e tecniche del circuito dei Mestieri Medievali sono riprodotti egregiamente; la perfezione delle ricostruzioni di ambienti e personaggi, il piacere del cibo, il fascino della musica e della giocoleria fanno il resto. La festa delle Gaite è una tenzone tra i quattro quartieri cittadini che i bevanati prendono molto sul serio. Per tutto questo mi sento di chiedere un grande applauso ai miei concittadini, ai tanti volontari delle Gaite. Vi ringrazio e vi auguro una buona serata.

Sindaco di Bevagna
Prof.ssa Annarita Falsacappa

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