Torrente Attone, sversamento liquami tossici mette a repentaglio la vita dei fiumi

Il riversamento dei giorni scorsi di reflui inquinanti nel torrente Attone, per il quale è stata denunciata una persona, riapre se ce ne fosse bisogno il dibattito sul malcostume, o nei peggior casi la fraudolenza, che mette a repentaglio la vita dei fiumi e tutto l’ambiente, ponendo enormi interrogativi sullo stato della salute pubblica ed in generale sul modello di sviluppo della nostra valle.

L’aggravante in questo caso è la recidiva del reato dato che l’Attone è oggetto da qualche anno da fenomeni di inquinamento estemporaneo di vario genere, accompagnati da altri fenomeni inquinanti più consolidati, molto evidenti nelle stagioni della vendemmia e della molitura delle olive, che hanno reso questo torrentello dalle storiche proprietà imbiancanti, che in alcuni tratti è di straordinaria bellezza naturalistica, maleodorante e vergognosamente putrido. Già nel mese di luglio del 2014 una gara di pesca organizzata nell’Attone nel tratto di Torre del Colle, dal Pesca Club Bevagna e dalla Pro Loco locale, fu spostata a Bevagna per un riversamento di sostanze velenose, schiumose e luride, che provocarono la morte di una grande quantità di pesci e di altri organismi acquatici.

E’ importante sottolineare che l’invaso da dove si sono riversati i liquami era già stato sottoposto a ordinanza di bonifica da parte del sindaco di Montefalco, bonifica tra l’altro mai eseguita. “ Siamo già intervenuti pesantemente sulla questione come Comitato per la Difesa dell’Acqua e dell’Aria di Bevagna, sostenendo e sviluppando la pressione mediatica e l’aumento dei controlli di cui sono oggetto tutte le attività della Valle Umbra Sud, stigmatizzando le lentezze d’intervento e l’autoreferenzialità delle amministrazioni della valle e sottolineando il bisogno di una univoca intenzione e direzione delle scelte politiche e delle attività investigative”.

“Tutto ciò impone alla politica locale e regionale, e alle amministrazioni della Valle Umbra Sud, scelte di univocità e chiarezza nell’azione di controllo, monitoraggio e repressione dei fenomeni inquinanti”. “Solo un grande intervento politico e di ampia riorganizzazione gestionale del territorio, con le conseguenti adeguate risorse finanziarie, può determinare un inversione di rotta e quindi risolvere il problema dello stato qualitativo dei nostri fiumi. Questo grande intervento non può prescindere dalla disponibilità, proposizione e ragionevolezza di tutte le parti in concorso per risolvere il problema, parti politiche, parti sociali e imprenditoriali, e dalle scelte politiche che, comunemente e in maniera coordinata, sapranno mettere in campo le amministrazioni locali e regionali.

Solo con una pianificazione condivisa e accettata senza riserve da tutte le Amministrazioni Comunali dei comuni del bacino della Valle Umbra Sud sarà possibile mettere in campo quelle politiche organizzate e quelle misure cautelative che riducano, da una parte il rischio di inquinamento e, dall’altra salvaguardino le economie locali, in primis i posti di lavoro delle aziende che lavorano nelle zone industriali affacciate sui bacini fluviali dell’area”. “Alla luce del riversamento inquinante avvenuto sull’Attone in questi ultimi giorni vogliamo sottolineare come il soggetto e il problema fossero conosciuti e quindi come sia giusto interrogarsi perché l’ordinanza di bonifica non sia stata seguita”. “A questo punto ci attendiamo sul riversamento ultimo nell’Attone, l’intervento urgente e pesante della Magistratura competente al fine di porre una di demarcazione nella repressione del fenomeno”.

“In questo il Comitato, che come ricordiamo sta promovendo un coordinamento di trentaquattro associazioni che hanno già firmato un documento di richiamo e sollecito, continuerà il suo lavoro di vigilanza su tutte le attività connesse affinché il problema di risanamento dei fiumi e torrenti della Valle Umbra Sud sia posto tra le priorità improrogabili delle agende politiche ed economiche”. “Ci appelliamo, in conclusione, alle rappresentanze imprenditoriali della valle affinché capiscano il senso della nostra battaglia che non è indirizzata all’incitamento di una caccia alle streghe e alla morte economica della nostra valle ma ad un potenziamento vero della nostra economia e alla valorizzazione vera delle nostre potenzialità artigianali, turistiche, naturalistiche e culturali”.

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