“Il cuore del servizio sanitario nazionale, e la sfida che esso ha di fronte a sé è la prevenzione. Tanto più un sistema sanitario è in grado di fare prevenzione, tanto più elevata sarà la qualità della vita dei cittadini e delle nostre comunità”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo intervento di apertura dei lavori dell’incontro organizzato a Villa Umbra, dall’assessorato regionale alla sanità, per la presentazione delle linee strategiche del nuovo Piano regionale della prevenzione, cui hanno preso parte moltissimi rappresentanti delle professioni sanitarie, delle aziende sanitarie ed ospedaliere, del mondo della scuola e di tutti gli altri soggetti istituzionali e del volontariato chiamati a dare il loro contributo alla definizione dei contenuti del nuovo piano.
“Negli scorsi mesi – ha proseguito la presidente – le Regioni hanno condiviso con il Governo i dieci macro-obiettivi di salute della strategia nazionale delle politiche di prevenzione che dovrà guardare con particolare attenzione all’infanzia, ai giovani, aiutandoli a scegliere stili di vita più sani. Dobbiamo operare per una maggiore promozione del benessere del bambino e dell’adolescente, alla quale lavoreremo in stretta collaborazione con il sociale e con il mondo della scuola. Altrettanto importanti saranno gli obiettivi relativi al rapporto ambiente e salute o quello sulla sicurezza alimentare, le azioni per la lotta alle patologie cronico-degenerative, alle malattie infettive, agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, agli incidenti stradali e domestici rispetto ai quali stiamo lavorando ormai da anni”.
Nel corso dell’incontro sono stati quindi illustrati i principi generali che dovranno ispirare il nuovo Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018:
– superamento delle diseguaglianze di salute, attraverso la messa a punto di azioni a carattere sistemico, da garantite nel tempo, con l’obiettivo di raggiungere tutti gli abitanti della regione indipendentemente da differenze di genere, etnia, età, grado di istruzione e appartenenza religiosa;
– centralità dell’individuo, sano o malato, in seno alla propria comunità di riferimento, come elemento intorno al quale costruire le azioni di prevenzione e promozione della salute che sono dettagliate nei progetti;
– adesione ai macro-obiettivi di salute individuati dal PNP 2014-2018 di cui all’intesa Stato-Regioni del 13.11.2014 e individuazione di programmi, da interpretare come “insieme” di progetti specifici, costruiti sulla base delle migliori evidenze di efficacia, allo scopo di concorrere attraverso azioni intersettoriali al raggiungimento di tutti gli obiettivi centrali del PNP stesso e a quelli individuati come espressione tipica di questo territorio e dei suoi bisogni di salute;
– scelta dell’approccio di sanità pubblica come l’unico approccio possibile per accettare la sfida della costo-efficacia degli interventi, dell’innovazione e della governance;
– garanzia dell’intersettorialità delle azioni progettuali attraverso la attivazione, fin dalla fase di progettazione, di tutti i portatori di interesse presenti nelle comunità a cui i progetti si rivolgono, comprese le diverse organizzazioni in seno alle aziende sanitarie della regione;
– sviluppo e la implementazione dei sistemi informativi, dei registri e delle sorveglianze come strumenti per rendere fruibile per il cittadino e la comunità la conoscenza sui rischi, sui danni e sugli esiti di salute;
– cultura della valutazione relativamente ai processi, attraverso la messa a punto di specifici indicatori,nonché agli esiti di salute, attraverso il set di indicatori individuati dal PNP 2014-2018;
– valore della comunicazione, nelle sue diverse sfaccettature per quanto riguarda target, modalità espressive e tecnologie, interpretata non solo come dovere nei confronti del cittadino e della comunità, ma anche come occasione per aumentarne le competenze e favorirne il coinvolgimento.
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