
Young Jazz Countdown e Moult Festival 2023-24
Young Jazz con tre eventi sold-out che hanno visto protagonisti 20 artisti (di cui 14 stranieri), per un pubblico estremamente variegato per età, provenienza e background culturale, chiude positivamente la stagione del rilancio, caratterizzata anche da importanti collaborazioni, per guardare al futuro con rinnovata energia.
Dopo qualche giorno di decompressione, di meritato riposto e di riflessione, Young Jazz prova a tracciare un bilancio su quello che è successo nell’ultima stagione di eventi che hanno visto soprattutto il rilancio delle iniziative della storica associazione di Foligno, compresi quindi i due concerti di Countdown nel 2023 (18 novembre e 10 dicembre) e il Moult Festival del 6 gennaio 2024.
“Ci eravamo proposti di immaginare eventi che unissero musica di ricerca e socialità – afferma la presidente Giulia Battisti – e sentiamo di aver ottenuto risultati importanti e conferme che la strada individuata è quella giusta e che la squadra è forte e ben strutturata”.
“Complice una bella visibilità sui media nazionali (si segnala l’intervista esclusiva su Battiti di Radiotre), i nostri eventi hanno goduto di una partecipazione nutrita, sia del pubblico locale e regionale, ma anche di persone arrivate da tutta Italia (e non solo)” aggiunge il consulente musicale di Young Jazz Dan Kinzelman.
Complessivamente i concerti di Young Jazz hanno raggiunto risultati sorprendenti: tre eventi sold-out, con oltre 500 presenze che hanno costituito un pubblico estremamente variegato per età, provenienza e background culturale. Gruppi di spettatori sono arrivati da Milano, da Bologna, Roma, Siena, Napoli, Firenze, Pisa. I biglietti ridotti per gli under 30 sono stati venduti in un lampo, portando una presenza cospicua di giovani, ma non sono mancati neanche bambini e anziani, molti dei quali si sono trattenuti fino ad orari insospettabili.
Un totale di 20 artisti (di cui 14 stranieri) ha avuto quindi modo di scoprire ed apprezzare la città, suonando in spazi straordinari come lo Spazio Zut!, l’Auditorium San Domenico e il Palazzo Candiotti. “In molti casi, sia gli artisti che gli spettatori – sottolinea ancora Battisti – hanno passato due-tre giorni fra le nostre mura, visitando i musei, assaggiando le specialità locali e sviluppando così rapporti con i volontari del festival e con il territorio, contribuendo a sostenere l’economia locale”.
Non meno importante per Young Jazz è stato lo sviluppo della rete locale e regionale di chi lavora nello stesso ambito: oltre alle presenze di pubblico da tutta la regione, infatti, ogni evento è stato reso possibile grazie ad un lavoro coordinato con partner che rappresentano ognuno un’eccellenza locale (e non solo) nel campo della musica e delle arti performative: Umbria Factory Festival, Spazio Zut!, T-Trane, Holydays Festival, Hat & Beard APS.
Senza dimenticare il successo ottenuto dal merchandising della rassegna con pezzi unici stampati a mano dall’artista umbra Francesca De Mai, realizzati utilizzando tirabozze tipografico e caratteri mobili.
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