150 anni di Azione Cattolica Foligno

17 MARZO 1872- 17 MARZO 2022

150 anni di Azione Cattolica Foligno

150 anni di Azione Cattolica Foligno

 

Il 17 marzo 1872 si costituisce, primo in Umbria, il Circolo “San Feliciano”, con immediata richiesto di aggregazione del medesimo alla “Società della Gioventù Cattolica Italiana” di Giovanni Acquaderni; il 21 giugno 1888 apre le porte il glorioso Istituto San Carlo per la formazione dei ragazzi e dei giovani…all’interno dello stesso Istituto nel 1896 ha luogo la prima “Riunione della Gioventù cattolica della Regione Umbria”, evento che ebbe largo spessore per lo sviluppo dei circoli giovanili cattolici della regione (Atto Normativo Azione Cattolica Foligno).


Lorenzo Spinosi


Processi storici, tutti da studiare e comprendere, capaci di creare frequentemente quella stratificazione di maturazione culturale che permette il crescere ed il qualificarsi di una presenza dei laici nel tessuto territoriale, dove si innervano chiesa locale e città dell’uomo: laici chiamati a rendere presente ed operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo loro.

Foligno e il suo territorio diocesano vantano una lunga storia dell’AC, é opinione condivisa che le prime radici dell’Azione Cattolica di Foligno affondino nelle vicende della vita cittadina ed ecclesiale dell’ultimo Ottocento.

Figura capace di dare straordinaria crescita alla presenza della Gioventù Cattolica Italiana sia nella città e che nelle parrocchie di periferia della diocesi, fu mons. Gusmini, vescovo della diocesi nei primi decenni del secolo scorso; tale periodo di sviluppo ebbe una brusca frenata, quando il fascismo, sul finire degli anni venti, iniziò un duro attacco all’associazionismo cattolico, di fronte al quale seppe resistere il San Carlo, don Consalvo Battenti: punto di riferimento del mondo cattolico giovanile di Foligno e dei circoli giovanili aderenti alla Federazione diocesana della GIAC.

L’Azione Cattolica guarda con stupore al passato per sapere oggi e nel futuro ad essere fedele ad un impegno di promozione umana, impegno finalizzato alla difesa della legalità, della giustizia sociale e, soprattutto, alla testimonianza credibile della Parola evangelica.

Ricordiamo Antero Cantarelli, presidente diocesano dei Giovani di Azione Cattolica, GIAC , dal 1937 al 1940, guidò la Brigata Garibaldi, dove molti quadri erano dirigenti del San Carlo e responsabili della GIAC, esperienza significativa di Resistenza a Foligno.

Lo sviluppo e la crescita del dopoguerra; la presenza e l’azione formativa femminile precursore del Concilio Vaticano II: seguendo il modello nazionale di Armida Barelli (https://it.wikipedia.org/wiki/Armida_Barelli) Beatificazione il prossimo 30 aprile 2022,  a Foligno evidenziamo la figura di Rita Del Vaso Schoen, la sua importante opera di divulgazione degli scritti che dal Concilio giungevano ciclostilati in particolari nelle frazioni della montagna della diocesi, la costante e continuativa opera di formazione ed animazione delle adunanze dei gruppi adulti di azione cattolica nelle parrocchie diocesane insieme agli assistenti fino al 2015.

Tappa centrale il 1969, la scelta conciliare, la scelta religiosa, quella democratica; la nascita dell’Azione Cattolica dei Ragazzi: a Foligno questo passaggio vive un momento centrale tra gli  anni’80 e ’90 del Novecento, al San Carlo tanti giovani si incontravano e si formavano dai laici appassionati del territorio accompagnati dall’assistente “Peppino” Betori, oggi Cardinal Betori, Vescovo di Firenze; l’ACR, azione cattolica dei ragazzi, presente in ben 10 parrocchie della diocesi, vedeva giovani educatori, preparati a livello regionale e nazionale, affiancare i ragazzi nella loro crescita integrale e protagonisti nell’associazione a loro misura  e nei loro ambiti di vita, testimoni gioiosi, insieme all’assistente diocesano Don Paolo Aquilini.

Oggi, con il mutare dei tempi è necessario arricchire di senso tali scelte: scelta religiosa come espressione di passione civile e scelta democratica come idea di educazione alla legalità.

In occasione dei 150 anni dell’Azione Cattolica di Foligno abbiamo intervistato i i membri della presidenza diocesana dell’Azione Cattolica che rappresentano i ragazzi, i giovani e gli adulti dell’associazione……

L’Azione Cattolica Foligno festeggia 150 anni, osservando la storia così lunga dell’associazione diocesana quali sentimenti e riflessioni emergono?

Da responsabili diocesani, come in una staffetta quali testimone si riceve e per il futuro cosa si cerca di passare, di “tramandare” a livello generazionale?

*Pensare che ci sono 150 anni di responsabili ACR dietro di me fa riflettere molto. Anzitutto sulla longevità dell’associazione ma anche e soprattutto sulla responsabilità. È una staffetta. Il portare avanti l’uno il lavoro degli altri sperando di fare sempre meglio e del proprio meglio anche se ultimamente, anche a causa della pandemia, quello che speriamo è di riuscire a non fare peggio.

Non so dare una risposta precisa. Io cerco sempre di “fare”, “proporre qualcosa” perché è comodo per tutti “restare” ed è più faticoso, invece, il “camminare”, lo “spostarsi”.

Eppure è questo che dovremmo fare, secondo me.

Camminare. Trovare strade alternative e sempre nuove, per quanto possibile, per i settori che ci vengono affidati.

E avere anche lo spirito di adattamento per modificare, nel bene, questi percorsi adattandoli al proprio contesto.

Quello che vorrei lasciare è questo: il proporsi, il proporre e il non scoraggiarsi se queste idee non vengono colte.

A volte basta solo cambiare prospettiva per farle andare.

Altre volte invece saranno altri a raccoglierne i frutti

 

** Osservando la storia dell’Ac sento un profondo rispetto, un senso di gratitudine e un desiderio di emulazione verso quel laicato responsabile, che ha fatto proprio il fine apostolico nella vita della Chiesa e nell’impegno civile.

L’ attenzione dell’AC verso la vita civile e verso la fede mi invita a praticare e promuovere la formazione di una retta coscienza nell’ambito lavorativo, familiare e sociale avendo come compagno e punto di riferimento l’amore di Cristo per tutti gli uomini.  A me ha sempre colpito l’impegno dell’AC volto prima alla formazione culturale e umana   e poi alla formazione cristiana, perché è così che si è persone radicate nel mondo del proprio tempo. A mio parere l’AC ha incarnato bene nella sua storia la carità verso tutti, sia attraverso la cura a chi ci è più prossimo, sia attraverso un impegno civile più ‘alto’, quest’ultimo volto a cambiare e a rimodulare le condizioni di ingiustizia a più ampio raggio.

Il testimone che passa l’AC è un invito a rischiare la propria vita nel bene comune. È sentirsi impegnati ad operare in ogni ambiente in cui ci si trovi, a scommettere per esso il proprio tempo e le proprie forze, è un investimento verso il bene.

Mi piacerebbe trasmettere e testimoniare con entusiasmo alle generazioni future la bellezza della cura del bene comune.

*** Essere parte di AC per me è sempre stato il trampolino che mi ha permesso di avvicinarmi costantemente alla fede, nel modo più semplice e libero da preconcetti possibile. In secondo luogo è stato sempre un luogo sicuro, dove ritrovare le persone della mia infanzia. Seppur nella mia parrocchia l’AC trova radici in un gruppo giovanile la storia e le personalità importanti hanno trovato sempre un posto nel nostro “muro” dove risiedono ricordi e momenti per sempre indelebili. Credo che ora come mai, come già è stato in passato, l’AC debba aprirsi alla comunità al di fuori della Chiesa e mettersi al servizio di tutti gli eventi che segnano la nostra storia contemporanea, che il nostro possa essere un aiuto e un segno concreto.

**** Se guardo alla storia dell’AC vedo persone che hanno testimoniato concretamente con la vita l’amore per la Chiesa e l’amore per il proprio Paese, per la propria città, per la propria gente. Tutti i testimoni di cui ho letto la storia o che ho avuto l’onore di conoscere, tutti, quelli riconosciuti “ufficialmente” come Beati o Santi e quelli che sono stati importanti solo per la mia vita personale, tutti, hanno testimoniato questa “doppia” passione.

Una passione che sempre si è tradotta in una attenzione concreta, in una vicinanza alla vita delle persone, della Chiesa locale, della città, del Paese, frutto di una fede “incarnata” che, come dice Papa Francesco è capace di “toccare” le fatiche, i problemi, le ferite, le sofferenze. Toccare la vita concreta e testimoniare la Speranza. E accanto a questo non stancarsi di fare domande, di cercare di capire, di contribuire anche con lo studio, la preghiera, la lettura della Parola e la riflessione personale alla crescita della comunità civile ed ecclesiale. Senza mai tirarsi indietro.

Questo lo “sguardo” che ho ricevuto dall’AC, questo quello che vorrei “passare” a chi prenderà il testimone dopo di me. e spero di esserne capace.

 

Tanti auguri per i tuoi 150 anni Azione Cattolica Foligno!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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