
Riapertura della Cattedrale di San Feliciano: un giorno storico per Foligno
Una giornata carica di emozioni e significato ha segnato la riapertura della Cattedrale di San Feliciano, dopo un lungo percorso di restauro. Il sindaco Stefano Zuccarini, durante l’apertura ufficiale, ha ricordato l’importanza storica e spirituale del luogo, sottolineando il profondo legame tra i Folignati e il loro Patrono.
Un luogo sacro al cuore della città
“Foligno sorse intorno al sepolcro del Vescovo Martire Feliciano, proprio dove è stata edificata la nostra Cattedrale. San Feliciano, oltre ad essere il nostro Patrono, è considerato Fondatore della Patria e difensore della Città,” ha dichiarato il sindaco Zuccarini.
La Cattedrale non è solo un simbolo religioso, ma anche un punto di riferimento identitario per la comunità. Il termine Duomo, ha ricordato il sindaco, deriva dal latino “Domus”, ovvero casa: “Oggi i Folignati ritrovano la loro grande Casa che li ha da sempre accolti e protetti”.
Un amore che attraversa i secoli
La figura di San Feliciano ha accompagnato Foligno nei momenti più difficili della sua storia, rappresentando un simbolo di speranza e resilienza. La riapertura della Cattedrale è stata vissuta come una festa collettiva, un momento di rinascita dopo anni di attesa.
Ringraziamenti e collaborazioni
Il sindaco ha rivolto un ringraziamento speciale al Vescovo Domenico Sorrentino, al suo predecessore Monsignor Gualtiero Sigismondi, e a tutti coloro che hanno contribuito alla ricostruzione: “Un’opera che ha restituito alla nostra Cattedrale il suo splendore originario”.
Un momento che resterà nella memoria
“Quella di oggi è una giornata che resterà nella storia di Foligno e per sempre nei nostri cuori,” ha concluso il primo cittadino, invitando la comunità a continuare a custodire con amore e devozione questo prezioso simbolo della fede e dell’identità cittadina.
La riapertura della Cattedrale segna una nuova fase per la città di Foligno, un momento che unisce passato e presente, testimoniando la vitalità di una tradizione che continua a vivere nel cuore dei suoi abitanti.
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