Regionali Umbria, intenti e propositi di Walter Matergia

di Mariolina Savino
Oggi pomeriggio alle ore 17 circa, nella Sala della Corte in Piazza della Repubblica a Foligno, Walter Matergia che sarà affiancato da Maria Rosi per il voti di genere, presenterà le proprie intenzioni per le imminenti elezioni che lo vedono in corsa con altri candidati alle regionali dell’Umbria a sostegno di Claudio Ricci, attuale sindaco di Assisi, candidato alla presidenza. Saranno presenti numerose personalità del partito oltre ad amici e simpatizzanti di Walter Matergia.

LETTERA APERTA: MIA CANDIDATURA ALLE REGIONALI 2015 – PENSIERO E INTENTI
Foligno, 06 maggio 2015
Carissimi amici, vi faccio partecipi della mia decisione di candidarmi consigliere regionale.
Il mio coinvolgimento pubblico in politica è iniziato lo scorso anno, con le elezioni comunali di Foligno, ritenendo fosse il momento di farlo per favorire l’alternanza politica necessaria per una nuova guida della città e del territorio. Le cose non sono poi andate male, anzi, solo per poco abbiamo sfiorato il ribaltamento; poteva accadere ciò che è avvenuto per il comune di Perugia!

Il risultato mi ha comunque incoraggiato a perseverare, a mantenere il dialogo e le conoscenze in seno al movimento “Forza Italia”. Devo aggiungere e riconoscere che il mio inserimento nella sezione di Foligno è stato ben assistito e mi sono state date le opportunità di rendermi concretamente utile nell’organizzazione delle attività interne e negli eventi pubblici. Da questa esperienza ho avuto molto, anche in termini di amicizie, ho conosciuto persone veramente in gamba e, soprattutto, aperte e libere da vincoli.

Perché vi dico queste cose?
Presto detto:
per far comprendere a chi è titubante, che vorrebbe farsi avanti ma teme l’ambiente politico, di osare, aprirsi al dialogo e fornire nuova linfa al movimento FI perché c’è grande bisogno di nuove idee, risorse intellettive, esperienze nel mondo del lavoro, al fine di migliorare il modello sociale nel quale viviamo.

vorrei mettere bene in chiaro la mia posizione in termini politici e d’intenti nell’affrontare questo progetto a livello regionale; non sono un politico “navigato” ma ho sempre seguito attentamente le evoluzioni delle varie correnti, ho le idee chiare su come si dovrebbe operare e a quali interessi sociali puntare per il “vero” bene della popolazione, questa scarsa esperienza politica (che per alcuni può sembrare un punto di debolezza) io la considero un punto di forza e vorrei che ve ne convinciate.

Ma veniamo ai miei progetti di lavoro in ambito regionale, con una breve premessa:
ritengo di essere stato molto fortunato nel mio percorso di vita lavorativa, famigliare e sociale. Chi vuole può dare uno sguardo al mio curriculum, necessariamente sintetico e farsi un’idea del mio percorso professionale. Ci sarebbe molto da dire e non è questa la sede per farlo, ma mi si consenta di affermare che nella vita occorre osare e riversare sempre il massimo delle energie, in ogni attività che s’intraprende, con fede in se stessi e negli altri (con le dovute cautele, però), per raggiungere i risultati e gli obiettivi ambiti.

La cosa che più mi gratifica nella vita, oltre a ciò che ogni essere umano desidera per se e la sua famiglia è l’essere utile al prossimo, costatare l’efficacia e il gradimento del mio operato, lasciare un buon ricordo del mio passaggio.

Il mio slogan “vorrei….un’Umbria Nuova” della pagina di apertura di questo mio modesto sito su Facebook, dovrebbe essere abbastanza esplicativo ma proverò ad aggiungere qualche chiarimento che può essere utile per meglio focalizzare come intendo operare a livello politico.

Ritengo di non suscitare obiezioni quando invoco “l’alternanza politica”, perché solo così si progredisce. La società si evolve con nuove linee di pensiero e stili di vita che non devono rimanere soffocati da schemi di gestione troppo datati. Occorre un dinamismo continuo che si adatti alle nuove esigenze, favorendo la rapidità decisionale dell’apparato produttivo, di qualsiasi dimensione sia, in luogo di soffocanti normative che sottraggono preziose risorse le quali dovrebbero essere invece destinate al sostegno dell’occupazione.

Tutto si basa sull’occupazione, unico sostegno per il buon funzionamento di ogni governo.
Il mio impegno, se mi sarà concesso, sarà rivolto alla soluzione di grandi e piccoli problemi che oggi ci attanagliano e che sono stati la causa della nostra “perdita” del lavoro, lavoro che ci è stato sottratto non per incapacità, anzi (l’Italia, è da sempre punto di riferimento per il mondo intero) ma per la grande richiesta di risorse finanziarie per sorreggere un apparato politico-burocratico vorace.
Mi spiego meglio.

Nella mia attività professionale ho potuto constatare gli effetti deleteri di una modalità di produrre beni, puntando alla massima efficienza economica, in “outsourcing”, reperendo in paesi esteri risorse produttive a costi notevolmente più bassi, per rendere concorrenziali i nostri prodotti.

Questa modalità gestionale se ha offerto ad altri paesi opportunità di crescita ha per contro minato il nostro apparato produttivo. Abbiamo ceduto know-how con il miraggio di fare grandi affari ma dopo qualche decennio le nostre industrie sono state messe alla berlina perché gli stessi loro prodotti sono venduti da paesi esteri a prezzi modicissimi. Ricordate quando eravamo oggetto di attenzione dei paesi emergenti che sguinzagliavano i loro manager su tutto il territorio nazionale, armati di macchine fotografiche, registratori e blocchi per appunti per “apprendere e copiare” i nostri sistemi di progettazione, di produzione e gestionali? Ci siamo fatti soffiare il lavoro con il nostro stesso contributo.

Questa modalità di riduzione dei costi produttivi è stata adottata prima dalle grandi industrie internazionali, ottenendo profitti da capogiro, “sfruttando” i popoli in condizioni disagiate; in seguito, è stata adottata dalle nostre medie e piccole industrie per sopperire alla pressione fiscale crescente (oggi diventata assurda) sopprimendo intere realtà produttive che assicuravano il sostegno di migliaia di famiglie.

Il fenomeno “outsourcing” io l’ho vissuto nelle aziende nelle quali ho operato con consulenze e servizi; già da quei tempi avevo ben chiaro il quadro socio-economico verso il quale si stava andando.
Ma questo è solo uno degli aspetti che ci hanno portato al declino, fatta eccezione per alcune aziende del territorio nazionale inclusa l’Umbria, le quali che resistono; pertanto dobbiamo, a livello politico, attivarci per sostenerle, con fatti e non parole, parole, parole.

Occorre dare un segnale forte di cambiamento, di volerci riprendere il meglio delle nostre produzioni, facendo attenzione alla cura del territorio, all’ambiente, evitando di fare gli errori del passato.
Dobbiamo riconosce che in tantissime situazioni non abbiamo saputo attuare strategie intelligenti evitando gli errori che hanno fatto altri paesi.

Penso, a questo punto, di aver dato un’idea di quali potranno essere i miei orientamenti politico-economici per l’Umbria. C’è molto da fare e le idee sulle quali lavorare non mi mancano, vorrei creare un team multidisciplinare. Occorre “aiutare” politicamente le associazioni di categoria che devono fronteggiare gli ostacoli burocratici e spesso non riescono a far sentire la loro voce per scongiurare ciò che anche uno studente delle superiori può percepire come errore grave per la nazione.

Tutti i grandi progetti sociali ed economici, prima di diventare tali, nascono da idee coraggiose, aperte, in questa circostanza le componenti che non possono assolutamente mancare per risanare una situazione che è già al tracollo, sono soprattutto l’aspetto umano, la solidarietà fraterna, l’interesse comune. Un percorso nuovo! Lo vogliamo provare? Occorre cambiare!

Solo da qui si può ricominciare con la speranza di farcela. Allargare la fascia di povertà, già a livelli preoccupanti, non giova a nessuno, se non c’è lavoro non c’è chi paga le tasse per sostenere il “sistema”, siamo in un equilibrio precario, non bastano provvedimenti tampone studiati per mitigare la rabbia popolare e frenare l’emorragia di sostenitori, creando al contempo ulteriori disagi per pagare certe regalie del governo, dissennate e inique. Di questi giorni si parla dei rimborsi per le pensioni bloccate … ma la pensione e il relativo adeguamento automatico al costo della vita non era un sacrosanto diritto? Si dovevano creare disagi prima del ravvedimento, creando un ulteriore buco di bilancio? E’ stato calpestato un DIRITTO ACQUISITO! Occorre mandare a casa chi non sa operare all’insegna del bene per la comunità.

Dalle letture delle bellissime pagine scritte da S. Agostino mi torna in mente questa frase che non dovrebbe disturbare la nostra popolazione umbra e italica di vocazione cattolica, quali siamo da sempre: “… l’uomo non può rialzarsi da solo cosi come da solo è caduto, stringiamo con fede ferma la mano destra di Dio che ci è stata tesa dall’alto, cioè il nostro Signore Gesù Cristo”.

La “caduta” dell’uomo a cui si fa riferimento il Santo offre spazio all’interpretazione riferendoci alla situazione socio-economica che stiamo vivendo. Dobbiamo riconoscerci nella nostra professione di fede, con coraggio e andare avanti.

Non dobbiamo temere di dichiarare le nostre convinzioni di fede bensì aggrapparci anche ad esse per trovare la forza di reagire. Non si può calpestare la dignità dell’uomo togliendogli il lavoro. Non c’è retorica in quello che dico ma una grande voglia di diffondere ottimismo, serenità e voglia di lottare per cambiare le cose.

Vorrei concludere, invitando tutti i lettori a puntare ad una rinascita dell’Umbria, un’Umbria Nuova, che possa diventare di esempio per tutta la nazione. Farò quanto mi sarà possibile, nel rispetto degli intenti espressi. Qualcuno ha detto che occorre puntare su volti nuovi, con competenze specifiche, di nomi nei quali si crede, anche se questi, per coerenza di ideali liberali sono legati ad un simbolo.

Così come avviene per il mondo produttivo, non c’è crescita senza rinnovo delle tecnologie e innovazione dei prodotti, non c’è crescita sociale per la società senza un’alternanza politica (dovrebbe essere una gara a chi lavora meglio nel fare gli interessi della nazione e di conseguenza del popolo) con un continuo adeguamento dei modelli di gestione, passando dalla vessazione fiscale alla “contribuzione equa”.

Non è equa un’aliquota di tassazione di ben oltre il 50% sui ricavi netti; non è scritto nella costituzione una tale misura di contributo socio-economico. Lo Stato dovrebbe agire come un buon padre di famiglia, se certe livelli di spesa pubblica non ce li possiamo permettere … dobbiamo rivedere tutto.
V’invito a darmi la preferenza, per favorire il cambiamento, ringraziandovi per avermi letto sin qui.
Rivolgo a tutti i migliori saluti.
Walter Matergia

P.S. La mia campagna elettorale sarà ridotta all’essenziale, conto molto su questa comunicazione, non ho e non ho cercato sponsor. Visitate il mio sito che in questi giorni sto popolando di contenuti, date il vostro parere esprimendovi con un “mi piace”, evitando critiche e retoriche inutili, è il momento dei fatti: www.facebook.com/umbrianuova/ indirizzo e-mail: umbrianuova@gmail.com

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