
Musica e musiche…Dall’antica Mevania all’oriente lontano e misterioso
Musica e musiche – Al Mercato delle Gaite, in corso a Bevagna fino al 25 giugno, così come nel medioevo, la musica è di casa. Le antiche melodie, il canto, gli strumenti della tradizione medievale accompagnano i giorni intensi della manifestazione. Presente nelle scene, nelle piazze, lungo le strade, sottofondo delle mostre, la musica è il fil rouge della festa e l’anima dei grandi eventi.
Mercoledì 21, in collaborazione con I borghi più belli d’Italia, verrà celebrata la Notte della Musica Medievale con il concerto “Cantica Nova – Il ‘nuovo Antico’ ed il Mercato delle Gaite” dell’Ensemble MusiCanti Potestatis, alle ore 20.30, nella splendida chiesa di San Silvestro. Fra i tanti brani risuonati nelle piazze e nei vicoli di Bevagna, alcuni hanno vinto il cuore e la memoria su tutti gli altri e saranno proprio questi ad essere riproposti durante il concerto. L’esecuzione della musica antica non più come rievocazione di ciò che è stato ma di quello che è adesso, ovvero una nuova musica antica: una Cantica Nova.
Il 21 ed il 23, alle ore 18.00, nel Chiostro di San Domenico, tornano i Laboratori di introduzione al canto medievale, organizzati dalla Cantoria Mevaniae, gruppo corale accompagnato da musicisti, costituito nel 2001, che studia e interpreta i repertori monodici e polifonici della musica medievale, dal XIII al XV secolo.
Questi tre giorni ricchi di musica si concluderanno venerdì 23, a partire dalle 22.00, con un inedito e sorprendente viaggio musicale che dall’antica Mevania giunge fino alla Cina, l’antico impero del Catai.
“Avisamento del viaggio del Gattaio”, è un concerto itinerante che traspone in musica i viaggi dei mercanti di spezie e di tessuti, che dall’Italia del XIV secolo si spingevano fino alle “terre del Gattaio”, ovvero del Catai, come veniva chiamata la Cina, passando per il Nord Africa, per il Medio Oriente, per l’Armenia e il Mar Nero. Un concerto in quattro tappe, fisiche e temporali.
Il suono degli strumenti storico-etnici di Peppe Frana e di Ciro Montanari si misceleranno con i suoni medievali dell’Ensemble MusiCanti Potestatis in un tentativo di fusione artistica di rara eleganza estetica e concettuale.
Da un’idea di Danilo Tamburo e la narrazione di Davide Gasparrini.
“Quanno le umane genti honno l’ardimento de porsi in viaggio, ad ogne picciol passo lo vasto e immenso monno se face vieppiù stritto e corto. Le genti, che non sapijamo esistessero, or ce saluteno de retro da l’orizzonte. Cittade forestiere, cum palagi ch’aveno colori d’ogne sorta, se stajeno in fronte a l’oculi nostra; e favelle ch’aveno suoni che non s’entennono; e Dei pagani ch’aveno lo sembiante de li nostra; e musica … musica che se sona co’ Lauti e Pifferi e Tympani e che se canteno e che … e che a mirar tutto meglio, parrebbero esser como li nostra, ancho si non lo sieno …”
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