Lavoro e sicurezza, tappa umbra della Carovana Uil

Lavoro e sicurezza, tappa umbra della Carovana Uil

Sindacati e imprese a confronto su precariato e immigrazione

 La Carovana Uil “No ai lavoratori fantasma” ha fatto tappa in Umbria, affrontando temi come precariato, sicurezza sul lavoro e immigrazione. L’iniziativa ha visto la partecipazione di sindacati e rappresentanti delle imprese, che hanno discusso le difficoltà del mercato del lavoro e la necessità di riforme per garantire occupazione stabile e dignitosa.

Nel primo dibattito, Roberto Giannangeli (Cna), Federico Fiorucci (Confcommercio) e Mauro Franceschini (Confartigianato) hanno evidenziato la crisi dell’artigianato e la difficoltà di attrarre giovani nel settore. Secondo Daniela Piras, segretaria generale di Uiltec, “il governo deve agire con misure concrete per sostenere il settore”. Vera Buonomo, segretaria confederale nazionale Uil, ha sottolineato come molti contratti proposti ai giovani siano sottopagati e non garantiscano dignità lavorativa.

I dati della Camera di Commercio dell’Umbria indicano che, tra il 2014 e il 2024, la regione ha perso 3.018 imprese artigiane e 5.336 abitanti, confermandosi tra le più colpite dalla crisi occupazionale. La situazione penalizza in particolare giovani e donne, spesso esclusi dal mercato del lavoro o costretti a rifiutare proposte per la mancanza di tutele e salari adeguati.

La sicurezza sul lavoro è stata al centro del secondo panel, con la partecipazione di Vito Panzanella (Feneal Uil), Ivana Veronese (Uil), Alessandra Ligi (Inail) e Andrea Benedetti (Itl Umbria). Il dibattito si è svolto il giorno della morte di un operaio lungo l’Autostrada A1, travolto mentre era al lavoro. La discussione ha riguardato la “patente a punti” per le imprese, che secondo Panzanella è solo un aggravio burocratico senza impatti concreti sulla sicurezza.

Veronese ha segnalato la necessità di un albo della formazione per garantire standard minimi, denunciando allo stesso tempo la crescita di forme di sfruttamento come i contratti di rete, che aggirano le normative sul lavoro. Benedetti ha evidenziato la carenza di ispettori del lavoro in Umbria, sottolineando l’importanza del loro operato per tutelare sia i lavoratori che le imprese virtuose.

Il terzo dibattito ha affrontato immigrazione e pensioni, con interventi di Santo Biondo (Uil), Enrica Mammuccari (Uila) e Stefano Lo Re (Inps Umbria). Il problema demografico italiano, aggravato da salari bassi e flussi migratori, è stato definito una priorità da Biondo, che ha chiesto un cambio di paradigma per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico.

Secondo Lo Re, l’Italia ha bisogno di lavoratori stranieri per mantenere il welfare e l’equilibrio previdenziale, mentre le politiche migratorie attuali rischiano di alimentare il lavoro irregolare. Sono 800.000 gli immigrati entrati in Italia con permessi di lavoro stagionale non rinnovati, finiti nell’illegalità a causa della burocrazia.

Sul fronte dello sfruttamento, Mammuccari ha denunciato il fenomeno del caporalato, che oggi si manifesta attraverso imprese che ottengono appalti senza garantire tutele contrattuali. Ha sottolineato la necessità di una redistribuzione equa dei profitti lungo la filiera agroalimentare per contrastare il lavoro irregolare.

Le conclusioni sono state affidate a Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo nazionale Uil, che ha ribadito l’impegno del sindacato per chi lotta contro stipendi insufficienti e condizioni di lavoro precarie. Ha poi invitato a partecipare alle prossime elezioni delle Rsu e annunciato che il Primo Maggio sarà una manifestazione unitaria, nonostante le differenze tra le sigle sindacali.

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