Carnevale di Sant’Eraclio 2024. Venerdì la conferenza stampa di presentazione

Carnevale di Sant'Eraclio 2024. Venerdì la conferenza stampa

Carnevale di Sant’Eraclio 2024. Venerdì la conferenza stampa di presentazione

E’ stata convocata a Foligno per venerdì 19 gennaio, alle 12 (sala giunta del palazzo comunale) la conferenza stampa per presentare l’edizione 2024 del Carnevale di Sant’Eraclio. Interverranno, fra gli altri, il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, e Fabio Bonifazi, presidente dell’ “Associazione di Volontariato Carnevale dei Ragazzi di Sant’Eraclio”.

“Il carnevale dei ragazzi” nacque nel 1960 quando il parroco di S.Eraclio, Monsig. Luciano Raponi, (al centro nella foto a fianco) e altri carnevalari che più giovani avevano partecipato alle Mascherate costituirono un apposito comitato che programmò organicamente la festa, assegnò i soggetti dei carri allegorici, sensibilizzò la popolazione, interessò le autorità comunali e regionali.
Attualmente sei carri allegorici di cartapesta sfilano per le vie del paese accompagnati da numerosi gruppi di maschere che, come nella vecchia Mascherata invitano il pubblico a giocare ed a scherzare con loro; inoltre, in mezzo al pubblico, giocolieri, trampolieri e mangiafuoco oltre a gruppi isolati di maschere a soggetto satirico ravvivano la manifestazione.

Ma la storia del carnevale è ben più ampia. Infatti è opinione diffusa che a S.Eraclio ci sia il più antico carnevale dell’ Umbria; primo non solo in ordine di tempo ma anche per spettacolarità ed allegoria.
Le sue origini risalgono persino al XVI secolo.
Il Carnevale a Sant’Eraclio nasce nel 1542 ad opera dei frati Olivetani di Mormonzone, convento ormai abbandonato nei pressi del paese, come festa di popolo goduta per la strade in contrapposizione ai “festini” dei nobili che si festeggiavano nei saloni chiusi dei palazzi aristocratici.
La manifestazione viene descritta come una sfilata di carri ornati di frasche e fiori, trainati da buoi, mentre giovani e meno giovani, ballando e cantando, accompagnano i carri o si fanno trasportare da essi suonando “pifferi e trombette”.

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