Domani sabato 13 dicembre il Movimento 5 Stelle di Foligno allestirà Presso Palazzo Trinci il primo di una serie di banchetti nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Movimento 5 Stelle nazionale dal titolo Fuori dall’euro. Saranno raccolte le firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare con la quale indire il referendum per l’uscita dall’euro. L’uscita del nostro paese da questa unione monetaria, rivelatasi alla prova dei fatti una vera e propria camicia di forza è quanto mai indispensabile. L’euro è una moneta sbagliata per l’Italia perché è troppo forte e quindi addirittura dannosa alla nostra struttura e capacità economica. L’iniziale euforia nel lontano 2002 che ci fece sentire tutti un poco più “ricchi” ha nel corso degli anni favorito le importazioni cioè l’acquisto di beni esteri a scapito di esportazioni e produzione interna, distruggendo il mercato interno e causando la grande disoccupazione, giovanile ma non solo, che è sotto gli occhi di tutti.
Il conseguenziale squilibrio nel saldo della bilancia dei pagamenti si è, come la scienza economica insegna, scaricato interamente sui lavoratori e sul sistema di welfare attraverso manovre di contenimento dei salari e tagli che hanno dato nel corso degli ann il via all’avvitamento deflazionistico riconosciuto dalla BCE nella persona i Mario Draghi e dal Fondo Monetario Internazionale negli ultimissimi tempi. Rimanendo però, ancor validi, gli attuali parametri e vincoli economici, uscire da questa condizione di piena e seria deflazione sarà impossibile senza attuare una vera e propria “macelleria sociale”, ovvero le tanto “desiderate e annunciate riforme” (di cui il Job Act è un indicativo assaggio).
Cospicui tagli ai salari, alle pensioni, ai servizi sociali in genere, blocco del turnover, blocco delle assunzioni, diminuzione degli investimenti pubblici, vendita egli asset nazionali, liberalizzazioni e privatizzazioni. Ma non solo, per entrare nella cosiddetta eurozona l’Italia ha anche dovuto rinunciare alla propria sovranità monetaria e fiscale. Per potersi finanziare il nostro paese deve oggi ricorrere ai prestiti internazionali, indebitandosi come un normale cittadino, pagando cioè interessi anche alti ,invece di poter agire per mezzo della propria banca centrale come in questo momento fanno altri paesi che aderiscono alla UE come l’ Inghilterra, la Danimarca, la Svezia etc. Nelle condizioni attuali il nostro Paese non ha possibilità di rinascita. La nostra speranza di poter cambiare l’Europa dal di dentro e di poter ridiscutere i Trattati, come scritto nel nostro programma, è svanita. La risposta del Parlamento Europeo alla nostra richiesta di rinegoziazione dei Trattati è stata quella di ignorare ogni nostra proposta e, in seguito, non concederci nemmeno le cariche nelle Commissioni (presidenze e vicepresidenze) a cui avremmo avuto diritto come gruppo parlamentare, creando un pericoloso precedente per la democraticità del Parlamento stesso che diventa, di fatto, un governissimo europeo tra destra e sinistra, escludendo le altre voci.
Non è possibile nei fatti alcun cambiamento interno e il monito del Presidente Juncker degli ultimi giorni ne è l’ennesima prova per chi ne avesse ancora bisogno.
Altiero Spinelli, Guido Rossi avevano il sogno di un’Europa unita, pacifica, solidale, un’unione politica ancor prima di unione economica. Quel sogno fatalmente non si è avverato e non trova attuazione nè si rispecchia nell’attuale Unione Europea. Quest’ Europa non è affatto la realizzazione di quel bel sogno, di quella condivisibile aspirazione ideale, ma è in realtà un brutto incubo da cui l’Italia si dovrà al più presto risvegliare e quanto prima cercare di dimenticare.
Vi aspettiamo quindi domani sabato 13 dicembre 2014 presso la corte di Palazzo Trinci dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19 per firmare per il referendum. Saranno presenti anche i nostri portavoce consiglieri e i referenti del Gruppo di lavoro Economia.
Comunicato Stampa 2014.12.12
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