
Esposte 50 opere dell’artista spoletino Adelmo Testa
Trevi, 5 ottobre 2025 – È stata inaugurata sabato 4 ottobre, nel suggestivo scenario del Complesso Museale di San Francesco a Trevi, una mostra che rende omaggio all’affascinante arte del rame a sbalzo, attraverso le opere del celebre artista Adelmo Testa, in arte “Postiglione” (1920–2010).
L’esposizione, curata da Simone Cerquiglini, Carlo Roberto Petrini e Roberto Testa, è stata accolta da un folto pubblico di visitatori e appassionati d’arte, dando il via alla giornata con il saluto istituzionale del sindaco Ferdinando Gemma, seguito da una visita guidata che ha accompagnato i presenti alla scoperta delle 50 opere in mostra, frutto di una maestria artigianale oggi sempre più rara.
Postiglione, nato a Spoleto ma trevano d’adozione, ha dedicato gran parte della sua vita allo studio e alla lavorazione del rame, utilizzando la tecnica del cesello e dello sbalzo per trasformare semplici lastre metalliche in straordinarie narrazioni sacre e paesaggistiche. La sua produzione artistica, raffinata e ricca di significato, è stata apprezzata anche a livello nazionale: una sua celebre “Madonna con Bambino” fu scelta per adornare lo studio privato di papa Paolo VI.
Tra le opere più significative esposte nella mostra spiccano le 14 stazioni della Via Crucis, realizzate nel 1960 su commissione di Padre Rufino Niccacci, il frate francescano noto per aver salvato decine di ebrei ad Assisi durante le persecuzioni nazifasciste. Un pannello storico, curato dal giornalista e scrittore Massimiliano Castellani, approfondisce il contesto drammatico e insieme eroico in cui quelle opere furono concepite.
«Le creazioni di Postiglione rappresentano un unicum nel panorama artistico nazionale – hanno sottolineato i curatori – sia per la tecnica, ormai in via di estinzione, sia per la forza narrativa che emerge da ogni lastra».
A rafforzare questo concetto è stato l’intervento dell’esperto d’arte Rolando Ramaccini, che ha ricordato come il rame a sbalzo, arte dalle radici antichissime risalenti alla civiltà dei Sumeri (4000 a.C.), sia oggi quasi scomparso, anche perché non più insegnato nelle Accademie di Belle Arti, a causa della scarsa richiesta e della complessità della tecnica.
La mostra, come riporta il comunicato di Roberto Testa – rappresenta non solo un omaggio a una figura artistica di rilievo, ma anche un invito alla riscoperta di un patrimonio artigianale che rischia l’oblio, e sarà visitabile fino al 2 novembre 2025, offrendo a cittadini e turisti l’occasione per avvicinarsi a un’espressione artistica che unisce manualità, fede e memoria storica.
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