
Contestata la modifica unilaterale dell’orario di lavoro
Protesta sindacale – Presidio improvviso dei sindacati Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil nella mattinata di martedì 20 maggio davanti alla sede Enel di Foligno, in concomitanza con una riunione tra i vertici nazionali dell’azienda e i responsabili delle squadre operative Blue Team attive nelle nove sedi umbre. Alla mobilitazione hanno partecipato delegati sindacali, Rsu e i segretari generali regionali delle rispettive sigle. L’iniziativa rientra nello stato di agitazione già avviato a livello locale per denunciare una serie di criticità legate all’organizzazione del lavoro all’interno della società E-distribuzione, parte del gruppo Enel.
I rappresentanti sindacali accusano l’azienda di aver avviato interventi organizzativi senza alcun confronto con i lavoratori, in particolare per quanto riguarda la rimodulazione dell’orario di lavoro del personale operativo. Una decisione che, secondo le organizzazioni, peggiora significativamente le condizioni dei dipendenti e ha ricadute negative sulla qualità dei servizi erogati. La modifica oraria, giudicata unilaterale, è considerata lesiva dell’equilibrio tra vita privata e lavorativa, con ripercussioni anche sul piano della sicurezza.
Alla base della protesta vi è una contestazione più ampia del modello gestionale adottato da E-distribuzione, che i sindacati definiscono inadeguato. Si fa riferimento a una persistente carenza di organico, tanto tra i lavoratori operativi quanto tra i tecnici impiegati, che rende difficoltoso sostenere il carico di lavoro richiesto. I sindacati evidenziano un’insufficiente capacità di risposta alle emergenze e una turnazione inefficace per quanto riguarda la reperibilità, aspetto fondamentale nel servizio di gestione delle reti elettriche.
Ulteriori problemi denunciati riguardano le condizioni logistiche e infrastrutturali dei luoghi di lavoro, giudicati non idonei per garantire un ambiente sicuro ed efficiente. Gli impianti e le sedi operative sarebbero in stato di degrado, contribuendo ad alimentare il malcontento del personale. A peggiorare la situazione è la pressione crescente dovuta agli obiettivi imposti dai progetti finanziati con fondi del Pnrr e dal percorso verso la transizione energetica, che richiedono invece un rafforzamento strutturale delle risorse umane e materiali.
Protesta sindacale
Le sigle promotrici del presidio sottolineano che l’attuale struttura del personale non è sufficiente a gestire i volumi di attività previsti dai piani di investimento pubblici e privati. La scarsità di addetti – secondo le organizzazioni – rischia di compromettere la realizzazione di interventi fondamentali per la modernizzazione delle reti e la sostenibilità del sistema energetico nazionale. In questo contesto, l’azienda è accusata di non aver assunto iniziative adeguate per affrontare le sfide in corso.
Il presidio a Foligno ha avuto l’obiettivo di portare all’attenzione dei vertici aziendali e dell’opinione pubblica la necessità di un cambio di rotta. Le organizzazioni sindacali chiedono con forza l’interruzione del processo di modifica degli orari di lavoro e l’apertura di un confronto costruttivo, finalizzato a garantire condizioni occupazionali compatibili con le richieste operative e i diritti dei lavoratori. Inoltre, viene richiesto un piano concreto di potenziamento degli organici, per rafforzare sia le unità operative sul territorio che le strutture tecniche e amministrative.
L’iniziativa di Foligno non è isolata, ma si inserisce in un contesto di mobilitazione più ampio, che coinvolge altre aree del Paese in cui si stanno registrando situazioni analoghe. L’allarme lanciato da Filctem, Flaei e Uiltec riguarda infatti non solo il benessere dei dipendenti, ma anche l’efficienza complessiva del servizio pubblico. Secondo i promotori della protesta, le attuali criticità avranno inevitabilmente un impatto sulla qualità della fornitura elettrica ai cittadini, andando a colpire l’intera collettività.
A fronte di questa situazione, i sindacati denunciano una gestione aziendale priva di visione strategica e distante dai bisogni reali dei territori. L’appello rivolto a Enel è quello di tornare al dialogo e costruire soluzioni condivise, in grado di coniugare le esigenze produttive con il rispetto delle persone che operano quotidianamente sul campo. La sostenibilità del sistema energetico – sostengono i rappresentanti dei lavoratori – non può prescindere da un adeguato riconoscimento del ruolo e delle condizioni dei dipendenti.
Il presidio di martedì ha rappresentato un momento simbolico di denuncia, ma anche un segnale concreto della determinazione dei sindacati a proseguire nella mobilitazione finché non verranno adottate misure adeguate. In attesa di risposte da parte dell’azienda, il fronte sindacale resta compatto e pronto ad avviare ulteriori iniziative in difesa dei lavoratori e dei servizi pubblici essenziali.
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