
Esposte iscrizioni storiche dall’VIII al XVII secolo in tutta l’Umbria
Aperta al pubblico nel Complesso museale di San Francesco, la mostra diffusa “Graffiti dell’Umbria. Scritture spontanee medievali e moderne” propone un percorso attraverso incisioni e scritte realizzate su muri e superfici di edifici umbri tra l’VIII e il XVII secolo. L’esposizione intende mettere in luce un patrimonio poco noto ma rilevante per la conoscenza della vita sociale e culturale della regione.
Il progetto, coordinato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, coinvolge enti scientifici e istituzioni culturali. Tra i promotori figurano l’ERC ADG Project Graff-IT, il Comune di Montefalco, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e numerose università, fra cui l’Università per Stranieri di Perugia e l’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara.
Curata da Pier Paolo Trevisi, la mostra raccoglie esempi di graffiti religiosi, commemorativi e personali, accompagnati da fotoriproduzioni, trascrizioni e traduzioni. L’obiettivo è la valorizzazione di testimonianze storiche marginali ma significative, spesso trascurate negli studi tradizionali.
I graffiti esposti provengono da numerosi centri umbri, tra cui Perugia, Foligno, Trevi, Gubbio, Assisi, Nocera Umbra e Spoleto. In passato, l’esposizione è stata ospitata anche in altri Comuni, come Collazzone, Vallo di Nera e Trevi, prima di approdare alla sede attuale.
Le scritte analizzate, tracciate da pellegrini, viaggiatori, detenuti o cittadini comuni, rappresentano un documento di comunicazione popolare. Sono presenti iscrizioni a carattere devozionale, pratico o narrativo. Alcune riportano eventi storici o naturali, altre ricordano passaggi personali.
L’Umbria, attraversata da vie di transito come la Flaminia e la Amerina, divenne fin dal XIII secolo luogo di intenso pellegrinaggio, in particolare verso la tomba di San Francesco d’Assisi e la Porziuncola. In questo contesto, i graffiti si moltiplicarono nei pressi di edifici religiosi, come chiese ed eremi, ma anche in strutture civili e private.
Secondo il curatore Trevisi, il progetto punta a creare un tracciato culturale e turistico attraverso l’Umbria, alla scoperta dei segni lasciati nei secoli. Le iscrizioni compaiono su colonne, porte, pareti interne ed esterne, in ambienti sacri e laici. Nei luoghi religiosi, il graffito assume spesso un significato spirituale; altrove, prevalgono invece motivazioni intime o pratiche.
Sono esposte circa cinquanta schede corredate di QR code, che rimandano a una piattaforma digitale con ulteriori informazioni. Gli utenti possono accedere a materiali di approfondimento e indicazioni per visitare direttamente i siti da cui provengono i graffiti.
L’esposizione vuole promuovere un turismo sostenibile legato a itinerari storici e religiosi dell’Umbria, suggerendo la visita di borghi, eremi, cappelle e santuari disseminati nella regione. In questo modo, la mostra si estende oltre le mura del museo, proponendo un viaggio esperienziale nel paesaggio e nella memoria collettiva.
Il vicesindaco di Montefalco, Daniele Morici, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per la valorizzazione culturale del territorio. I graffiti, incisi nel tempo da mani anonime, permettono una lettura diretta delle vite e delle emozioni di epoche passate, integrando la narrazione ufficiale della storia.
La sede dell’esposizione, il Complesso Museale di San Francesco, ospita nella sua chiesa centrale affreschi e pareti con graffiti databili tra il XV e il XVI secolo. Durante il periodo della mostra saranno organizzate visite guidate a cura di Maggioli Cultura e Turismo, con percorsi dedicati all’interpretazione dei segni e delle iscrizioni conservate.
La documentazione raccolta permette oggi una mappatura dettagliata dei siti umbri dove sono presenti graffiti di epoca medievale e moderna. Di seguito, l’elenco dei luoghi interessati dal progetto espositivo:
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Assisi – Basilica di San Francesco, Basilica di Santa Maria degli Angeli
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Campello sul Clitunno – Tempietto sul Clitunno
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Collazzone – Chiesa della Madonna dell’Acqua Santa
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Foligno – Palazzo Trinci, Monastero di Sant’Anna, Chiesa di Santa Maria in Campis, Eremo di Santa Maria Giacobbe (frazione Pale), Chiesa della Madonna delle Grazie (frazione Rasiglia), edicola di Piè di Cammoro
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Gualdo Cattaneo – Rocca di Gualdo Cattaneo
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Gubbio – Chiesa di San Francesco
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Montefalco – Chiesa di San Francesco
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Spoleto – Basilica di San Gregorio Maggiore, Basilica di San Ponziano, edicola votiva a Silvignano
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Narni – Basilica di San Francesco, Chiesa di Santa Pudenziana (località Visciano)
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Nocera Umbra – Chiesa della Maestà (frazione Acciano)
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Orvieto – Cattedrale di Santa Maria Assunta
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Perugia – Chiesa di San Matteo degli Armeni, Chiesa di San Bevignate
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San Giustino – Palazzo Bufalini
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Spello – Chiesa di San Claudio, Oratorio di Santa Maria della Misericordia
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Todi – Cappella di Sant’Angelo (frazione Cecanibbi)
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Trevi – Chiesa di Santa Maria in Pietrarossa
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Vallo di Nera – Chiesa di Santa Maria Assunta, Cappella dell’Immagine delle Forche
La mostra resterà aperta fino al 15 giugno 2025, con ingresso consentito dal mercoledì al lunedì, dalle ore 10:30 alle 18:00. Chiusura settimanale il martedì. Il pubblico può contattare il Museo di Montefalco per ulteriori informazioni, telefonando al 0742 379598 o scrivendo all’indirizzo email museomontefalco@gmail.com. Il sito ufficiale è disponibile all’indirizzo www.mostragraffiti.it.
Attraverso la mostra “Graffiti dell’Umbria”, il visitatore è invitato a ripercorrere idealmente la geografia storica e spirituale della regione, cogliendo frammenti di vita quotidiana e devozione popolare, spesso trasmessi attraverso incisioni veloci ma significative. Questi segni raccontano la storia da un punto di vista non ufficiale, evidenziando la presenza e le emozioni di persone comuni, non sempre documentate nelle fonti scritte.
Il progetto contribuisce così a una lettura più ampia e partecipata del passato, restituendo centralità a quei luoghi e a quelle pratiche espressive spesso trascurate nei percorsi museali tradizionali. La mostra si pone inoltre come esempio di sinergia tra ricerca accademica, conservazione del patrimonio e promozione del territorio, tracciando un modello replicabile anche in altri contesti italiani ed europei.
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